Un sito riferito al mio percorso professionale e a molte esperienze e approfondimenti su cultura, creatività e sviluppo sostenibile
Chi sono
Sono un professionista della cultura e delle creatività, dirigente della cooperazione per tantissimi anni, ma le mie esperienze passate e recenti o i progetti, gi incontri umani e professionali hanno toccato tanti ambiti anche molto diversi tra loro.
Raccontare qualche parte di questa storia o qualche idea o progetto in gestazione, parlare dei successi e delle sconfitte o delle difficolà incontrate lungo il cammino mi pare possa essere uno stimolo utile anche per chi sta operando o intende operare nell'universo della cultura e delle creatività, dello sviluppo sostenibile... comunque mi piace l'idea di iniziare a riflettere su questo "intenso" percorso......
Il curriculum, lunghissimo, e comunque necessariamente incompleto, lo trovate, comunque in altra pagina del sito, ma non mi pare che possano essere solo le informazioni inserite in un curriculum, per quanto esso possa essere discorsivo, a rendere l'idea di una persona, del suo lavoro, dei valori che lo hanno ispirato e che lo ispirano oggi più che mai..... vorrei trasmettere con il racconto anche solo un po' della passione e delle emozioni che i singoli avvenimenti hanno suscitato in me e in chi mi era compagmo di viaggio... un racconto "a modo mio" che seguirà un ordine non sempre cronologico degli accadimenti. ...un'occasione per dare valore umano e relazionale a quanto è accaduto e, a volte, per ripensare criticamente o dare voce a fatti o versione dei fatti poco conosciuti.. forse, in qualche caso, un'occasione per cambiare il proprio giudizio su di essi.
Come vi ho già già anticipato il racconto è " a modo mio"... quindi... se qualche passaggio di esso è per voi inesatto o volete provare ad approdondirlo o arricchirlo ......scrivetemi....
un esempio per tutti? racconterò prossimamente dell'esperienza difficile e tormentata del Teatro Tenda di Bologna, negli anni dal 1983 al 1985.... ci troverete la tappa bolognese del primo tour italiano degli U2 o tanti altri riferimenti a concerti importanti.. ma magari non troverete nelle varie biografie presenti sui social traccia del passaggio al Tenda del grandissimo Rudolf Nureyev con il Bosto Ballet o di un mitico concerto di Tina Turner, o dei Culture Club, ecc ...........
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La storia....
Una storia per ogni pagina, quindi! una storia che troverete anche progressivamente nei post in homepage....
Il mio percorso professionale inizia nel 1972....
Qualche riferimento alla lunga esperienza professionale mi pare indispensabille per comprendere l'opportunità che ho potuto avere di approfondire e incrociare ambiti diversi e complementari: dal managemment di impresa all' organizzazione e progettazione di iniziative culturali e Festival; da nuove idee di sviluppo di infrastrutture legate alla cultura a progetti di formazione e docenze post laurea in alcune Università ( UniBo in particolare) in relazione ai bisogni del sistema imprenditoriale del settore dello spettacolo, della cultura e del turismo; dallo sviluppo locale a base culturale al supporto a nuovi progetti di autoimprenditorialità nelle ICC; dal supporto all'internazionalizzazione delle imprese dei comparti culturali e creativi alla direzione di società di consulenza al management; dall'attività di ricerca nell'Osservatorio dello Spettacolo dell'Emilia Romagna, al contributo alla pubblicazione sulle ICC in regione...... .....
Sono entrato in Legacoop Bologna nel 1975, a venticinque anni, Dopo aver svolto per divreso tempo il lavoro di impiegato bancario presso la, allora, Cassa di Risparmio di Bologna, mi ero dedicato dal 1972 ad un'esperienza politica nazionale alla quale avevo, per alcuni anni, dato anima e corpo. Ma sentivo che il percorso da funzionario politico non faceva per me: avevo bisogno di piena libertà nella elaborazione delle mie idee e sentivo quel ruolo come un vincolo a seguire le gerarchie organizzative senza avere spazi: per un giovane che si stava formando una sua visione del mondo più compiuta, Era quasi impossibile intervenire nelle riflessioni e costruzioni delle linee di intervento dell'organizzazione politica, con qualche possibilità di essere davvero ascoltato.... e, d'altra parte, i leader che io, così giovane, avevo l'onore di frequentare negli organi nazionali rispondevano ai nomi di Vittorio Foa, Lucio Magri, Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Luciana Castellina, Silvano Miniati, Giangiacomo MMigone, Vittorio Bellavite, Ignazio Puleo, Pino Ferraris..... e molti altri...
Provai allora a cambiare il mio percorso: misi a disposizione il mio ruolo di funzionario di Partito, il Partio di unità proletaria, di cui allora ero co-segretario regionale, insieme a Massimo Serafini,di storia ex Manifesto. Ero, inoltre, nel Pdup, componente del gruppo di coordinamento nazionale, come detto, con tanti illustri nomii della politica italiana dal dopoguerra. Ma come detto, volevo cambiare. Si aprì', proprio in quel periodo, l'opportunità di una presenza nella cooperazione Bolognese, in quanto lo storico riferimento della componente psiuppina in Presidenza Legacoop, l'avv. Carlo Coniglio, era stato eletto, come indipendente, Consigliere Regionale dell'Emilia Romagna. Non fu semplice far accettare la mia candidatura al Pdup, fortemente diviso in quel periodo tra le due anime: quella di storia Psiup e Mpl e quella di provenienza Manifesto. Più facile fu, invece, incontrare la disponibilità ad accogliere un nuovo entrato ai vertici dell'organizzazione da parte della cooperazione: allora vi era ancora un forte peso delle componenti politiche ed era normale per la Legacoop ( allora Federcoop Bologna) che fosse il Pdup ad indicare il suo candidato a sostituire Carlo Coniglio.
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E fu così che nel settembre del 1975 feci il mio ingresso in Legacoop Bologna, proprio mentre alla presidenza stava arrivando Giancarlo Pasquini, comunista. Vice Presidente era Giuseppe Dani, socialista. Fui subiito inserito nella Presidenza, come rappresentante della componente di Nuova Sinistra e trovai un clima davvvero cooperativo dove l'arrivo di un giovane con esperienza politica, ma anche connessa alla comunicazione ed organizzazione, veniva salutata con favore. L'amore per la cooperazione sboccio' subito e non mi ha mai abandonato in questi oltre 44 anni di intensa attività nella realtà cooperativa, nonostante qualche delusione e nonostante il fattto che, in quei primi anni, dovetti abiituarmi alll'idea di essere comunque espressione di una "minoranza": riconosciuta e rispettata, certo, ma pur sempre una piccola componente.
Potevo, così, iniziare subito a progettare, a proporre, a costruire nuovi strumenti e, quello che considerai subito straordinario,fu che le mie proposte venissero subito vagliate con interesse e che mi si dessero risorse e fiducia per poterle subito realizzare.
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Come potrete immaginare solo qualche mese dopo partivo con due proposte che con la cultura e con la comunicazione avevano molto a che fare.
La prima fu legata alla mia amicizia e frequentazione con Marilena Pasquali, allora collaboratrice della nascente Gam, Galleria di arte moderna di Bologna, diretta da Franco Solmi. Io, nel tempo libero, avevo aiutato come volontario Marilena nella sua assistenza alla catalogazione delle opere della Gam e avevo imparato tanto sul patrimonio e le opportunità che la Galleria poteva esprimere. Ma poi, un giorno, provai a ragionare con Marlena su quale collaborazione si potesse proporre alla Gam per avvicinare alla cultura e all'arte un mondo cooperativo che, pur essendo ricco di inizative al proprio interno di sostegno alla cultura e all'educazione dei soci e dei loro figli, stentava ad avere rapporti diretti con le Istituzioni Culturali, così come con il mondo della ricerca e dell'Università. In quegli anni cominciavo anch'io a partecipare alla vita dell'Associazione Nazionale delle Cooperative Culturali, presieduta, allora, dal, per me "grandissimo, Cesare Zavattini. Fu da questa nuova presenza organizzata di uno specifico settore culturale nella cooperazione che partì la riflessione di Marilena e di Franco Solmi, che portarono grande forza e visione critica alla costruzione di una "grande mostra" sul ruolo culturale della cooperazione nella società italiana. Vi era, secondo loro, un nuovo settore da raccontare e valorizzare, di cui per altro facevano parte nomi importanti della cultura Italiana e nel contempo vi era una specificità culturale della cooperazione, una sua differenza positiva nel pensare socialmente, nel tentare da sempre di concretizzare i valori della solidarietà, dell'uguaglianza, ma anche dell'efficienza e dell'innovazione che andava assolutamente raccontata e proposta ai soci cooperativi e al mondo della cultura e dell''arte. Lo sforzo fu davvero grande, ma Pasquini, il Presidente di Legacoop Bologna, credette da subito al progetto e lo sostenne in ogni sua fase. Io chiesi a Cesare Zavattini di presiedere il Comitato scientifico di questo progetto. Fu cosi' che grazie ad uno straordinario gioco di squadra e alla collaborazione di tanti fu possibiile creare una mostra davvero evocativa e di segno forte, dove i cooperatori con i loro saperi e le loro innovazioni sociali in ogni ambito della produzione, a partire da quella agricola, dell'abitare, delle costruzioni, dei servizi, della distribuzione alimentare e non, della cultura erano chiamati ad essere al centro della mostra, non solo come visitatori ma anche come protagonisti di eventi e racconti del loro saper fare. La mostra, inaugurata il 18 dicembre del 1977, ebbe un successo davvero unico e furono moltissimi i cooperatori che vollero affollare le sale della Gam per fruire di questa opportunità. La cooperazione resto' al centro della riflessione culturale nelle sale della Gam per circa due mesi e il Calogo della Mostra "La società attraente: il rapporto tra cooperazione e cultura", edito dalla Grafis, ando' rapidamente esaurito.
La seconda iniziativa fu invece quella di dare strumenti informativi comuni e di raccordo tra tutii i soci delle cooperative associate a Legacoop. Capii molto presto che per essere, come si diceva in quel periodo, un "movimento" di persone, certo accomunate da valori comuni e da azioni imprenditoriali condivise ed etiche, fosse necessario andare oltre ad un'informazione ai soci unicamente riferita alla attività della singola cooperativa. Nacque così l'idea, che proposi alla Presidenza di Legacoop, di dar viita ad una nuova dimensione sociale della storica testata che dirigevo in Legacoop, in quanto responsabile anche della comunicazione. Questa testata: " Il movimento cooperativo", edita da Legacoop Bologna, fin dal 1970, avrebbe dovuto raggiungere ogni famiglia dei soci a Bologna e Provincia.. Voleva dire pensare anche, in prospettiva, ad un format più agile e, intanto, mettersi ad organizzare una diffusione mensile di circa 40.000 copie.
Il progetto fu approvato e non senza difficoltà, dopo un po' di tempo, potè partire nel febbraio del 1978, dando, certamente, buoni riusultati nel rapporto con i soci cooperativi. Mi capitava, allora, di rendermi conto, quotidianamente, di quanto fosse diffusa la presenza cooperativa a Bologna: incontravo per strada o in varie occasioni persone soocie di cooperative di consumatori, di lavoro o di abitanti che mi dicevano di avere letto l'ultimo numero del "Movimento Cooperativo"... avevo, insomma, l'impressione che la scelta fosse stata giusta per una realtà cooperativa che, allora, voleva sottolineare fortemente la sua volontà di essere "movimento di persone e di soci" e non solo "associazione di imprese cooperative". Qualche anno dopo, però, l'esperimento cessò. L'occasione fu data, inizio anni '80, dalla scelta della cooperazione di consumatori di diffondere ad ogni famiglia il giornale della coop "Consumatori". Non avrebbe avuto senso, si pensò in legacoop, raggiungere come cooperazione, le famiglie dei soci con due testate, che, aldilà delle specificità di ognuna, avrebbero condiviso, poi, molti temi generaIl sulla vita cooperativa. Questa considerazione era indubbiamente rafforzata dallo sforzo economico ed organizzativo che la pubblicazione in 40.000 copie stava comportando per l'Associazione.
Per queste ragioni si decise che il periodico della cooperazione di consumatori subentrasse, di fatto, a "il Movimento cooperativo" che, per l'occasione, torno' ad essere un periodico distribuito in circa mille copie, più rivolto, quindi, a diriigenti, quadri, presidenti di cooperative, Istituzioni e altre Associazioni , che a tutte le famiglie dei soci di ogni cooperativa..
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