Da ArtLab 2020 a Matera: idee e proposte per dare centralità alla cultura
- rcalari
- 15 giu 2020
- Tempo di lettura: 7 min
Sempre più necessaria una visione strategica del ruolo intersettoriale della cultura come fattore di sviluppo sostenibile e di inclusione sociale

Una puntata certamente riuscita, quella di Matera, dell'edizione 2020 di ArtLab.
Molti gli stimoli e molte e concrete le proposte dei terreni di lavoro da attivare per sperimentare con coraggio nuove strade che possano favorire, sia la progressiva ripresa delle attività e del lavoro in questi settori, sia un ripensamento profondo delle modalità di creazione dei contenuti dell'offerta culturale e delle possibili forme e strumenti innovativi per rendere protagonista una parte sempre più ampia di persone nella produzione e fruizione della cultura. Ma, più in generale, si sono indicate a Matera anche alcune vie nuove da percorrere per dare nuovo riconoscimento normativo e nuovo sostegno alle competenze e alle imprese della cultura e della creatività, sia private che pubbliche, in quanto vengano finalmente considerate come una rilevante risorsa del Paese.
Una richiesta, quindi, alla politica di nuovi strumenti urgenti che siano in grado di favorire la tenuta ed il rilancio per le imprese che operano in questo settore, ma, la parte centrale della riflessione ha voluto sottolineare anche la necessità di assumere una visione strategica della cultura come fattore trasversale e intersettoriale, indispensabile per favorire le condizioni di uno sviluppo sostenibile dei territori.

E su questo bisogno di orizzonte strategico condiviso, sia a livello locale, che nazionale, gli interventi di Mattia Palazzi, delegato alla Cultura dell'Anci, delle Fondazioni Bancarie, di molti Parlamentari, di rappresentati del Governo e di tanti operatori impegnati a praticare nuove progettualità culturali in diverse parti del Paese e in Europa, hanno dato il segno della volontà comune di assumere questo percorso di confronto e condivisione come modalità fondamentale per poter pervenire a risultati in grado di avere le necessarie ricadute durature sulla ripartenza in chiave di sostenibilità del sistema Paese. In questo percorso i nuovi " turismi", che tutte le più recenti ricerche danno in forte crescita, legati alla ricerca di vivere esperienze dirette con i territori, le comunità locali e le loro "unicità identitarie" diviene evidentemente, come è stato sottolineato da molti interventi ad ArtLab, una importante opportunità di ripensamento della offerta turistica del Paese. Un ripensamento che riguardi, sia le città d'arte e i Poli Museali più significativi, sia, le aree interne e marginali dove metttere in campo, si è detto, un processo indispensabile di costruzione partecipata con le comunità locali di nuovi percorsi sostenibili di riattivazione di economie, lavoro welfare, eduucazione, cultura e nuove opportunità di ripopolamento attivo dei luoghi.
Alla necessità di dar vita ad un "tavolo permanente" di confronto tra tutti gli attori coinvolti per condividere priorità ed orientare scellte e risorse in chiave di strategie di sviluppo sostenibile si è riferito nel suo intervento, a chiusura dell'ultimo panel, Fabio Renzi.

I rappresentanti della cooperazione, Giovanna Barni, Irene Bongiovanni, Alessandro Manna e Demetrio Chiappa hanno potuto sottolineare in diversi panel la rilevanza della presenza cooperativa in ogni territorio del Paese ed in ogni comparto delle ICC. Essi hanno inoltre ricordato come la cooperazione rappresenti già, concretamente, un interlocutore profondamente radicato nelle realtà locali e portatore, nel proprio agire quotidiano, di una visione ispirata alla sostenibilità e all'interesse pubblico. II tema della gestione e valorizzazione dei Beni Culturali, poi, richiede una nuova fase di cooperazione e concertazione trasparente e aperta tra pubblico e privato tesa ad avviare nuovi possibili progetti di interesse pubblico e riattivare lavoro ed economie locali.
Ugo Bacchella, della Fondazione Fitzcarraldo, nel concludere i lavori, di questa prima puntata di ArtLab 2020 ha dato appuntamento a Bergamo dal 24 al26 settembre.

Un periodo di tempo necessario per continuare il lavoro di definzione e condivisione delle proposte che si tratterà di cercare di far divenire scelte condivise da Governo, Parlamento e Regioni e che potrebbero, per altro, necessariamente orientare anche le azioni italiane su questi settori a livello di Commissione e Parlamento Europeo.
Certo sarà da valutare il quadro che si andrà creando nelle prossime settimane di progressiva auspicata riapertura in nuove forme delle attività di produzione e fruizione culturale secondo le misure che il Parlamento e il Governo saranno in grado di adottare.
Considerata l'assoluta drammaticità della situazione in molti comparti delle ICC, è stata più volte richiamata negli interventi nei diversi panel dell'appuntamento di Matera, l'urgenza di concretizzare misure adeguate di sostegno a tutti i professionisti ed operatori di questi settori. Nel contempo, si è lanciato ancora una volta il grido d'allarme affinchè si intervenga con massima urgenza a sostegno delle imprese, piccole, medie e grandi , che, in troppi casi, anche se reduci da ottime performances nel 2019, in termini di valore prodotto e sostenibilità, sono state di fatto costrette a fermarsi quasi completamente e non possono ad oggi avere all'orizzonte nuove condizioni per una ripresa economicamente sostenibile delle attività.
In questi casi, in particolare negli ambiti dello spettacolo dal vivo, dei locali come discoteche o live club, dei Festival, ecc. risulta evidente che senza un'adeguato intervento in termini di liquidità aggiuntiva ( con rientri progressivi che siano fissati in termini credibili, a 12-13 anni) molte realtà rischierebbero la definitiva chiusura.

Il ruolo di ArtLab e .. qualche suggerimento di temi da affrontare più in profondità:
Vorrei, poi, aggiungere qualche personale annotazione a conferma dell'importanza del lavoro svolto da ArtLab.
Ho frequentato attivamente, per molti anni, questo appuntamento e ne ho sempre riconosciuto la straordinaria funzione di unicità nel panorama italiano ed europeo. Questi incontri, organizzati con un lavoro di costante interlocuzione ed ascolto di tanti stakeholders rappresentano, infatti, una straordinaria occasione per confrontare e condividere analisi, valutazione e proposte sulle direzioni di marcia più opportune ed utili che le policies nazionali ed Europee potrebbero assumere. Obbiettivo dichiarato è, certamente, sempre anche quello di favorire la comprensione dell'importante ruolo che la cultura e con essa le imprese culturali e creative hanno e sempre più dovranno avere nella ridefinizione di una società italiana ed europea che voglia essere davvero inclusiva, intelligente, responsabile, innovativa e sostenibile.
A conferma del ruolo di ArtLab come non ricordare lo straordinario lavoro della puntata di ArtLab di Mantova del 2017? Allora si riuscì a far confrontare le diverse esperienze italiane ed europee sul tema della valorizzazione del Patrimonio culturale materiale, immateriale e digitale per contribuire attivamente ad offrire stimoli ed indirizzi di policies condivise al Parlamento, al Governo, alle Regioni e ai Comuni, alle Istituzioni Culturali e agli Operatori dei vari comparti delle ICC in preparazione di una straordinaria e imminente scadenza: quella dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Opportunità che l'Italia, per l'ineguagliabile ricchezza del suo patrimonio culturale materiale e immateriale, avrebbe dovuto poter cogliere come un'occasione rilevante per dare portata strategica allo sviluppo di questi settori.
Avendo seguito con attenzione queste intense giornate di lavooro mi permetto di sottolineare, in questo commento, tre punti trattati, certo, a Matera, che sembrano particolarmente rilevanti per le riflessioni delle prossime settimane:
a) in primo luogo credo utile condividere quanto emerso da ArtLab, cioè l' obbiettivo di incidere sulla definizione delle scelte politiche prioritarie che si andranno ad adottare in termini di orizzonti pluriennali per una prospettiva di rilancio su nuove basi del Paese affinchè vogliano e sappiano cogliere il valore strategico dell'investimento pluriennale in cultura e creatività, come fattore trasversale, in grado di divenire elemento centrale di nuovi processi di welfare, di politiche inclusive e di costruzione di nuove cittandinanze europee, di nuove capacità competitive dei territori e di integrazione virtuosa con la valorizzazione e promozione di una offerta turistica connessa allo sviluppo sostenibile.
b) meno chiaro, poi, almeno per me, e da appprofondire un ragionamento importante e di grande prospettiva quale il rapporto tra impresa culturale, impresa sociale ed impresa culturale e creativa. Ho sentito qualche difficoltà, anche da parte dei rappresentanti poltici presenti a Matera, a declinare ed approfondire questo tema nelle sue numerose possibili implicazioni. Ne cito alcune: legge sulle imprese culturali e creative da riprendere, aggiornare e finanziare ( ne ha parlato l'on. Piccoli Nardelli) ; possibili incroci da approfondire e chiarire con la legge di riforma del terzo settore per stabilire tra le imprese con diversa forma giuridica regole comuni rispetto ai mercati di riferimento, ai contratti di riferimento, al ruolo, a mio avviso centrale, del lavoro professionale, pur con una regolamentazione chiara dell'apporto possibile e riconosciuto del volontariato; ripresa della legge di riforma dello spettacolo e approfondimento ed aggiornamento partecipato e comune, da qui alle prossime settimane, dei possibili decreti attuativi con l'elaborazione di un testo che risulti ampiamente condiviso, da far pervenire alle Commisisoni Parlamentari con l'obbiettivo di accelerare la discussione su di esso ( ne ha parlato l'on. Roberto Rampi)... Dare ordine a tutto questo è un impegno gravoso, ma possibile e credo che il lavoro avviato da artLab possa rappresentare un riferimento e una piattaforma credibile e funzionale per poter procedere a sciogliere questi nodi con una logica di coerenza e tale da ampliare tutele ed opportunità per questi comparti.
c) Mi permetto di suggerire che la visione strategica della cultura verso cui la riflessione comune tende ad indirizzarsi porta anche a sottolineare il suo dover essere oggetto di interesse ed intervento da parte di diversi altri ministeri , a livello di governo, e di altri assessorati, a livello regionale: lavoro, attività produttive, turismo, politiche sociali e welfare, agricoltura e, dulcis in fundo, ma sempre più rilevante, urbanistica. E vorrei, infine, riprendere una considerazione che, da molti anni, mi sta particolarmente a cuore riferita ad un tema che è stato oggetto di molte ricerche e documenti della Commisisone Europea, oltre che presente all''interno della Nuova Agenda Europea per la cultura. Mi riferisco al ruolo delle imprese e delle competenze connesse alle ICC nel determinare maggiori capacità di competizione per i territori e, con essi, per le imprese delle filiere tradizionali di eccellenza, come biomedicale, automotive, agroindustria/ food, meccanica...
Che Regioni come l'Emilia Romagna abbiano inserito, fin dal 2012, nella propria S3, Smart Specialisation Strategy, le ICC, come settori compresi, quindi, tra I driver di sviluppo del territorio è elemento certamente positivo e rilevante. Elemento poi, non a caso ripreso da altre Regioni e che, credo , andrebbe, oggi, risottolineato e riproposto con forza non solo negli ambiti dell'economia della cultura , ma più in generale in quelli dell'economia oltre che nei confronti dei policy makers locali e nazionali.

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